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Sette chilometri di fede a Cabras

Ogni anno il primo settembre a Cabras prende il via una corsa tra fede e religione, dove uomini scalzi percorrono 7 chilometri

C’è chi va a vedere le tante espressioni degli uomini in paesi lontanissimi. Ed invece basterebbe andare una volta a Cabras per vedere cosa significhi fede e religiosità insieme. Cosa significhi avere a cuore la propria città, la storia: sette chilometri a piedi nudi, quelli necessari per arrivare da Cabras al borgo di San Salvatore. Non è mica una marcialonga, mica una manifestazione sportiva: oddio per fare il pellegrinaggio senza tanti problemi un po' di allenamento necessita ma solo un po': i novecento devoti curridoris, uomini di tutte le età, vestiti col saio bianco, legato in vita da un cordone, e a piedi nudi accompagnano ‘in spalla’ il simulacro di santu Srabadori, che riproduce il Cristo nella sua Trasfigurazione. 

Un esercito, allora, che parte dalla parrocchiale per i settemila metri fatti di polvere, sudore, speranza e fede. Fatti con la mente alle grazie da chiedere, fatti per correre in onore del Cristo sino allo sfinimento per portare avanti una vera e propria missione. Si può fare già unacronaca di quello che verrà: primo settembre, mattina. Santa messa coi novecento corridori. Ma si vede che tutti loro sono già con la testa impegnati a partire, prima possibile per evitare che il sole scaldi e renda ancora più complicata la corsa. Alle sette e mezza tutto è pronto: inizia il particolare corteo lo stendardo e dietro tutti gli altri nl ricordo ancora forte di quando gli abitanti di Cabras portarono in salvo proprio il simbolo della loro fede. "Da allora, ogni anno, in ricordo dell’episodio miracoloso, per rinnovare il voto fatto al santo, il rito viene ripetuto identico. 

E con regole ben definite: sono 14 i gruppi di curridoris, composti a loro volta da 14 ‘mute’, ciascuna di cinque corridori. Sette corrono il sabato, sette la domenica. La sorte decide chi porta il santo al villaggio di San Salvatore e chi lo riporta a Cabras”. Il punto di arrivo è proprio il villaggio di borgo di San Salvatore, dove la festa è in pieno svolgimento, con gli odori ed i sapori della zona, del maialetto e di molto altro. E’ bello san Salvatore? Da vedere! Negli anni Sessanta era uno dei set prediletti dai registi dei film western spaghetti e da allora ha mantenuto quella atmosfera. Il primo settembre i corridori arriveranno sudati, stanchi, coi piedi doloranti, portando a termine una delle più interessanti e particolari manifestazioni religiose dell’intera Sardegna.

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